Una bimba seria e graziosa sembra guardarmi attraverso la foto. Ma non guarda me, guarda il fotografo che ha scelto questo soggetto per qualche suo misterioso motivo. Forse, egli era rimasto colpito dal contrasto fra la rudezza scabra del luogo e la tranquilla dignità della piccola lavoratrice? Oppure desiderava comunicare il suo sdegno per la vita già adulta di questa bambina, occupata in un lavoro che ancora non dovrebbe toccarle?
Non lo sappiamo, ma qualunque fosse stato il movente, questa foto comunica a chi la guarda qualcosa. E questo qualcosa è determinato dall’esperienza e dalla sensibilità del nostro osservatore: l’artista ne ammirerà la semplicità delle forme e dei colori, l’animo poetico la circonderà di simboli, una mamma si fermerà su questa bimba con un sentimento misto di tenerezza e pena…
Va a finire insomma che l’oggetto-foto acquisisce una sua volontà propria, divenendo la portatrice involontaria di molti più significati di quelli che il suo autore aveva, all’inizio, immaginato.
Chiara L.