IL MIO DIARIO DI BORDO
Settembre 2007
Dopo una serie di colloqui che hanno prodotto esiti disastrosi, decido di lasciare il mio piccolo paesino di montagna in provincia di potenza e ritornare a Milano, per vestire i panni della Prof. e frequentare il corso SSIS, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il 29 settembre ha avuto inizio la mia esperienza di docente di italiano e latino, presso le classi 2 LS e 5 LS di un liceo scientifico dell’hinterland milanese. Confesso: non posso vantare precedenti esperienze in un’aula scolastica. Ricordo con piacere l’incontro con i miei allievi.
Sin dalla prima lezione ho compreso l’entità del più grande cambiamento avvenuto nella scuola dell’autonomia: alla centralità del docente è subentrata quella dell’allievo, portatore di esigenze didattiche ed educative specifiche, che il docente deve soddisfare. Ogni allievo (talvolta fragile sul piano emotivo e affettivo) porta in aula un bagaglio di esperienze culturali e sociali alquanto variegato. Le tecniche didattiche tradizionali appaiono superate. Nessun manuale potrà suggerirci un modello di gestione della classe da adottare e quindi quali tecniche didattiche risultano più efficaci e come motivare l’apprendimento. Nel corso di questi mesi ho letto sui volti dei miei allievi noia, mancanza di stimoli e sofferenza. Sembravano quasi essere sottoposti ad atroci torture.

Aprile 2008
Confesso: non avevo mai sentito parlare di costruttivismo e di scrittura epistemica. Già a partire dalla prima lezione di laboratorio ho compreso che stavo per iniziare un’avventura entusiasmante e che molti dubbi (cosa significa conoscere? Come avviene la conoscenza? Come si insegna? Come motivare l’apprendimento? Quali sono le tecniche didattiche più efficaci?) avrebbero finalmente trovato una risposta. Non esistono tecniche di insegnamento fisse, meccaniche e standardizzate. In primo luogo, il metodo costruttivista mi ha offerto indicazioni sul significato dell’apprendimento. Le conoscenze ,frutto di costruzioni individuali e sociali, si creano e non si trasmettono. Esse si acquisiscono attraverso percorsi dialettici che non possono prescindere dalle relazioni di socializzazione.
Il docente costruttivista indirizza lo studente all’apprendimento, non vi influisce direttamente e si serve del linguaggio per fornire una direzione di senso. Egli si avvale per l’insegnamento della lingua e della letteratura italiana di procedure di lavoro che privilegiano il laboratorio di scrittura, come l’ambiente idoneo all’apprendimento, ambiente che genera percorsi di conoscenza attraverso atteggiamenti di esplorazione e di scoperta, soprattutto di autoeducazione. In altri termini, la classe diventa quel luogo nel quale interagiscono studenti non più recettori passivi di informazioni, ma ricercatori accompagnato da un docente( non autoritario, ma che attua pratiche di negoziazione) facilitatore e guida. Dunque il ragionamento collaborativo, gli schemi, le mappe concettuali, le simulazioni, gli ambienti ipermediali, la scrittura epistemica sono gli strumenti adottati nell’ambito della didattica costruttivista. In particolare, quest’ultima presuppone uno scambio didattico che chi scrive mette in atto tra il livello della forma e quello del contenuto.
Si tratta di un modello di scrittura per pensare. Per quanto concerne la valutazione, questione angosciosa per docenti e alunni, tale metodo insegna che essa viene effettuata sulla base di griglie discusse e approvate dai soggetti ( docenti e allievi, quindi non il frutto di un accordo).

28 Aprile 2008
L’esperienza maturata in questo laboratorio mi ha fornito delle risposte che sosterrano il mio ruolo di docente e che mi hanno condotta a reinterpretatre la funzione formativa della scuola. La didattica costruttivista costituisce una risposta immediata alla scuola in continua evoluzione e soddisfa le esigenze formative degli allievi. Essi, divenuti ricercatori, potranno lavorare nella fruizione e decostruzione dei testi, avvalendosi loro più congeniali come le immagini e la musica. Inoltre, la comunità di apprendimento consente di sviluppare le dinamiche socio-affettive, strade maestre per costruire una motivazione. La valutazione diventa un momento in cui gli allievi esprimono conoscenze e capacità e si confrontano.
Ho apprezzato particolarmente, tra le attività proposte all’interno di questo laboratorio, quella del ragionamento collaborativo. Durante l’esperienza di tirocinio presso una classe terza della scuola secondaria di primo grado ho avuto modo di avviarne la sperimentazione. L’immagine proposta ha agito da stimolo e il brain storming ne ha facilitato l’interpretazione. Gli allievi hanno lasciato fluire liberamente la propria creatività.
Si sono confrontati, si sono scontrati e qualcuno si è smarrito nel corso delle lezioni. Ho vestito i panni del docente guida, gli ho ascoltati, ho attuato pratiche di negoziazione e ho cercato di rispondere alle esigenze educative e didattiche individuali. Ancora insieme abbiamo realizzato l’esperienza della scrittura epistemica: rileggendo e analizzando i loro testi, abbiamo discusso sulla forma e sui contenuti talvolta incerti a causa di errori di distrazione più che di lacune. Attendo di poter leggere l’elaborato finale 8 il testo sarà accompagnato da una base musicale).
Confesso: spero di poter vivere nuove emozioni.

Adele L.