METARIFLESSIONE FINALE
In questo testo riporto le mie considerazioni sul laboratorio appena terminato, che ho trovato molto interessante e, soprattutto, basato sulla sperimentazione e non solo sulla teoria. Ritengo che il metodo costruttivista, considerato in generale, avvicini molto l’insegnante ai propri allievi (nella negoziazione, per esempio, ma non solo), creando nei ragazzi quella motivazione che è fondamentale ai fini dell’apprendimento. Spesso, invece, è proprio la “distanza” a più livelli con l’insegnante a tenere basso il loro livello di curiosità e di interesse. Il percorso dal brain storming alla mappa cognitiva, lo scambio e il ragionamento collaborativi, gli esercizi di cooperative learning e la scrittura epistemica che ho sperimentato direttamente mi sono sembrati esercizi facilmente applicabili alla realtà di un gruppo-classe e molto validi al fine di creare una comunità di apprendimento. In particolare, il percorso che parte dal brain storming e arriva alla costruzione di una mappa cognitiva sollecita la riflessione su un concetto (o su una foto, come nel nostro caso) e la capacità di ascolto di punti di vista diversi. Sto constatando che oggi gli studenti non sono più abituati alla riflessione e all’ascolto o, perlomeno, lo fanno con molta difficoltà e che, talvolta, la responsabilità di questo è anche di noi insegnanti, più portati a parlare che a far parlare. Il conflitto cognitivo, che consegue al ragionamento collaborativo e alle sollecitazioni che da questo emergono, stimola gli studenti ad esprimersi e a produrre riflessioni, creando nuove conoscenze. Io stessa, durante l’esercizio di brain storming, ho ascoltato punti di vista diversi dal mio, che non sempre ho condiviso, ma che mi hanno fatto riflettere ulteriormente. La scrittura collaborativa è stata sicuramente l’esperienza di laboratorio che ho trovato più interessante e formativa. L’elaborazione di un testo da parte di un gruppo di persone con un proprio modo di pensare e di scrivere non è così facile: l’ascolto prima, il confronto e la mediazione poi, obbligano ciascuno a riflettere in maniera critica sui propri metodi e a trovare un punto di unione. Il tutto, come la metodologia costruttivista sottolinea, con la “regia” dell’insegnante che, con la sua intelligenza e competenza, è chiamato a dominare tutte le situazioni che, caso per caso, si presentano. E’ lui che ha bene in mente l’obiettivo da raggiungere e, con queste metodologie, chiama i suoi studenti a seguirlo in un percorso di crescita compiuto insieme.

Giovanna B.