METARIFLESSIONE FINALE
Ignoravo prima di affrontare questo Laboratorio che cosa si intendesse per approccio Socio-Costruttivista, ho quindi trovato interessante non solo venire a conoscenza di tale via ma anche avvicinarmi ad essa tramite la sperimentazione di alcuni metodi, calandomi nei panni dello studente e compiendo gli esercizi proposti. Dalla pratica sono scaturiti senz’altro diversi spunti di riflessione sulla possibilità di applicazione in aula.
Mi ha interessato particolarmente il ragionamento collaborativo, sperimentato inizialmente attraverso brain storming e la successiva stesura della mappa concettuale. Confesso che l’interesse è collegato alla mia, seppur scarsa, esperienza diretta di insegnante, dato che mi capita talvolta in aula di usare questi metodi per rilevare le conoscenze pregresse e, successivamente, dare loro un ordine, coinvolgendo gli alunni in modo attivo e facendoli interagire e confrontare tra loro in modo che dalle diverse idee ne scaturiscano di nuove.
Più complesso è stato capire le dinamiche della scrittura collaborativa, soprattutto in vista di una loro applicazione in aula che mi pare molto più difficile, anche se trattasi di un’esercitazione adatta a sviluppare interdipendenza positiva e responsabilità individuale, obiettivi a cui senz’altro tendere, ma che durante il percorso scolastico possono sembrare ambiziosi.
Ho trovato poi molto interessante riflettere sull’importanza del ruolo dell’insegnante quale “regista”, non in senso dispotico, ma sottolineando il ruolo chiave della progettazione di tutto quanto avviene in classe: per rimanere nel campo del brain storming ad esempio, trovo indispensabili le puntualizzazioni effettuate riguardanti la necessità di definire con attenzione il setting (data la mia esperienza limitata alle scuole medie ho cercato di applicare quanto recepito alle “semplici regole”: mano alzata, rispetto, ascolto…), azione indispensabile per gestire l’inevitabile conflitto che si genera in aula e che può facilmente degenerare in caos. Oltre alla funzione di “gestione” si è anche visto come la definizione del setting sia importante per stabilire un ambiente favorevole all’azione (e non al solo ragionamento) degli studenti, non più considerati come ricettori passivi di informazioni: anche questo mi pare un ottimo spunto di lavoro.
Mi pare totalmente condivisibile, e di forte stimolo, l’idea di ridefinizione del ruolo dell’insegnante, volto alla trasformazione della classe, oggi spesso angusto spazio mal sopportato dagli studenti, in un luogo di apprendimento significativo e intenzionale. Certo questa aspirazione comporta un’importante assunzione di responsabilità, ma proprio in questa possibilità si potrebbe trovare la via per riconsegnare dignità e autorevolezza all’insegnante/guida e alla scuola/primaria agenzia educativa.