METARIFLESSIONE FINALE

Essendo in data odierna, 29 maggio ’08, in itinere il Laboratorio di scrittura, non distaccato (specificatamente congiunto e continuativo) da quello precedentemente svolto e su cui si dipanano qui le mie riflessioni, mi riesce difficile pensare a quest’ultimo come ad un “episodio concluso” e da “rielaborare”.
Sicuramente le prime riflessioni da cui parte la mia memoria emotiva sono corporali e di impatto mi conducono all’ambiente così tanto relazionante e prossemico delle nostre lezioni e dei nostri “scambi”.
Scambio è il termine più sintomatico di ciò che mi è successo in questo ultimissimo e ancora presente tempo laboratoriale ‘scognamigliesco’ , scambio e conoscenza: apprendimento e disvelamento di una parte di sé che l’insegnante spesso tiene distaccata, lontana dalla sua pratica e dalla sua teoria, quasi fosse dissacratoria nei confronti dell’etica didattica e culturale dell’istituzione scolastica. Scrivo ciò per esperienza di ciò che mi succede e di ciò che dinanzi ai miei occhi dilaga sovrano.
Il Laboratorio mi ha fatto ricordare il tempo trascorso tra i banchi e di avere allora sempre desiderato una possibilità vera per esprimere “quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”, a partire dall’input generoso che mi aspettavo di vedere nel mio insegnante.
È stato importante verificare durante il laboratorio come si possa partire dall’alunno e dai segni con cui egli descrive a se stesso il mondo, per farglielo conoscere in modo più oggettivo e completo. C’è ora in me la promessa nei confronti del mio insegnamento di tutelare in primo luogo nell’anno che verrà questa mia insepolta ma assopita volontà.
Il supporto fornitomi ha risvegliato la verità che mi ha mosso sin da adolescente verso l’insegnamento: insegnare è uno dei lavori più belli al mondo.

Mariagrazia R.