METARIFLESSIONE FINALE

Devo riconoscere le mie iniziali perplessità riguardo a questo ennesimo laboratorio, come del resto a tutto il corso Siss.
Ma, non per ipocrisia, devo ammettere che la frequenza delle lezioni e i metodi utilizzati mi inducono a giudicarlo come il meno noioso, banale e spendibile. Prova ne è il fatto che la produzione di un mio testo ai fini della valutazione è il frutto dell’applicazione delle nuove “tecniche” apprese durante le lezioni.
Senza ombra di dubbio l’aspetto che maggiormente mi ha interessata è stato il metodo cooperativo; per onestà devo ammettere che il suo apprezzamento deriva, anche, dal fatto che ho avuto il piacere di lavorare con colleghi intelligenti, sensibili e disposti “naturalmente” alla collaborazione.
In tal modo, infatti, collaborare risulta un piacere oltreché una fonte d’arricchimento.
Non rimanere ancorati alle proprie idee o impressioni, essere disposti a mediare per un fine comune, saper ascoltare l’altro senza necessariamente rinunciare in toto alla propria visione comporta uno sforzo non indifferente, anche se nell’ambito di un “semplice” laboratorio. Per quanto mi riguarda ho applicato il metodo cooperativo anche all’interno della mia classe, una prima media di bambini con disabilità varie, sottoponendogli l’immagine proposta a lezione e chiedendo loro di esprimere impressioni e sensazioni, e provvedendo poi personalmente a dargli una forma scritta, non essendo loro in grado di formulare se non frasi minime. Questo corrisponde al mio concetto di spendibilità: non delle mere nozioni teoriche che, dopo qualche giorno, vengono regolarmente resettate dal cervello. Ho apprezzato anche la libertà di esprimerci elaborando dei testi che maggiormente rispondessero alle nostre impressioni o intenzioni del momento, e durante questo primo anno di corso credo sia la prima volta che accade. Devo anche confessare la mia ignoranza nonché il mio scetticismo verso le nuove tecnologie, soprattutto se intese a “scalzare” i vecchi metodi di insegnamento, tra cui la famigerata lezione frontale; effettivamente, mi sono resa conto che bisogna accettare i cambiamenti per mettersi al passo coi tempi e per far sì che la professione scelta si rinnovi continuamente e non scada nel mero “statalismo”.

Paola C.