Oggetti vecchi, rotti, usurati, sporchi, ammassati indistintamente gli uni agli altri: non servono più a nessuno e ora giacciono a terra, nell’oblio.
Una discarica a cielo aperto. Un cielo azzurro intenso, attraversato da uno stormo di uccelli in volo. In lontananza un uomo che sembra di passaggio e in primo piano lei: una bambina sola, immobile, in piedi tra i rifiuti.
Non ha fretta, non è di passaggio, è venuta di proposito in cerca di qualcosa. Tutto tace, eppure lei ha sentito un richiamo e si è fermata: in mezzo a quella distesa di cose inutili spunta un vecchio giornale. E’ ormai ridotto in brandelli, ma nelle sue mani, a poco a poco, riprende vita. Immagini e parole riescono a catturare la sua attenzione, il suo sguardo è incuriosito e la sua mente è rapita.
La parola ha compiuto la sua magia! E’ stata calpestata, maltrattata, ignorata, abbandonata, eppure è ancora viva e il suo potere è intatto, riesce ancora a comunicare. In un paesaggio silenzioso e desolato si è aperto un varco temporale tra chi è presente e chi è assente: la bambina ora non è più sola, qualcuno la stava aspettando.