Reka è una bambina rom di 8 anni. La sua famiglia abita nei pressi della discarica romana di via Plinio: zona isolata, tranquilla, poco frequentata dalla massa. Quando il duro lavoro dei borseggi non le impone di trascorrere interi pomeriggi nelle stazioni della metropolitana, Reka vive con i suoi inseparabili compagni di avventura: i topi.
In questa foto la bambina è nella “sua” discarica. Cumuli di rifiuti le torreggiano davanti, dietro, accanto, quasi ogni dieci passi. Un labirinto inquietante di immondizia domina incontrastato. Reka sta rovistando con il bastone tra quella massa di rifiuti nel tentativo di rimediare qualcosa di buono. Un’impresa disperata. Reka è triste, molto triste: se rincaserà a mani vuote il papà, presa la cinghia, non esiterà a picchiarla per punire la sua negligenza.
Ma ecco qualcosa di inaspettato si presenta dinanzi ai suoi occhi, repentino come un bagliore di luce. Il vento agita furiosamente un pezzo di carta impigliato in una delle tante colonnine di ferro che sbucano come aghi dal terreno della discarica. Reka si avvicina. Afferra il giornale, lo guarda e vi scorge un’immagine familiare: vi è ritratta la casa in cui pochi anni prima ha trascorso l’infanzia con i suoi fratellini. Reka è assalita da un’emozione fortissima. Non sa leggere. Non si chiede per quale motivo quell’immagine sia corredata da una serie tanto fitta di caratteri. Il pensiero è rivolto unicamente alla vecchia dimora ritratta nella fotografia. Reka guarda con nostalgia le finestre, la porta d’ingresso, il giardino di quella casa resuscitata miracolosamente nella pagina di un giornale accartocciato. Ferma in quella landa desolata, la bambina sorride e pensa ai suoi cari ricordi.
Reka strappa la pagina recidendola dal grande cordone della carta stampata, piega il foglio consunto e lo ripone accuratamente nella tasca della sua gonna sporca. Reka torna al suo nido camminando lentamente, quasi a voler preservare un dolce frammento di passato dalle pieghe implacabili del tempo.