La prima sensazione che mi ispira questa fotografia è il contrasto tra la bambina e il contesto che la circonda. È un luogo squallido, desolato, dominato da rocce ruvide e spigolose, che comunicano un senso di asperità e di pericolo…e in mezzo a questi elementi materiali “spunta” un essere vivente.
Il suo vestito bianco, le sue manine, lo sguardo incuriosito ispirano tenerezza ed affetto, ma la sua espressione cupa, desolata, non ci può non lasciare un senso di tristezza, di malinconia.
Quanto è strato vedere un’aria simile sul volto di una piccola bambina, essere innocente che si meriterebbe soltanto momenti di serenità e di gioia! Quanto è strano vedere una bambina intenta a svolgere un’attività inadatta alla sua età! La immagino mentre si avvia dalla sua baracca con il secchio dei panni sporchi, troppo pesante per il suo corpicino; e la vedo mentre svolge il suo lavoro con insistenza e con le difficoltà che la carenza d’acqua può generare!
Il sentimento di amarezza che suscita questa immagine è reso ancora più acuto dal confronto tra la situazione in cui si trova la bambina messicana e quella in cui invece vivono i suoi coetanei nella nostra società, o che noi stessi abbiamo vissuto. Osserviamo una qualsiasi delle fotografie in cui è immortalata la nostra infanzia: siamo sorridenti, allegri, intenti a giocare o circondati dall’affetto dei nostri cari e siamo probabilmente ritratti in un ambiente che emana un senso di solarità, di serenità, esattamente l’opposto di quello che possiamo vedere in questo ritratto!
Si tratta di due mondi diametralmente opposti: da una parte domina la ricchezza, l’eccesso, e dall’altra la miseria, la povertà. Ma i bambini di qualsiasi luogo, di qualsiasi nazione hanno un diritto comune: vivere serenamente la propria infanzia!
Perché allora questo è concesso solo in alcuni Paesi? Perché in alcune zone le circostanze costringono i bambini a maturare anzitempo, e ad essere derubati della propria fanciullezza?!
I bambini di molti Paesi sono costretti a lavorare per la propria sopravvivenza e per quella delle proprie famiglie e questo comporta una serie di altri fattori strettamente connessi: mancanza di accesso all’istruzione, ai servizi sanitari, ad opportunità occupazionali alternative.
Riuscire a restituire l’infanzia a questi bambini è una delle tante sfide che oggi ci stiamo ponendo, e il primo passo da percorrere è quello di uscire dal muro di silenzio e d’indifferenza che circonda il fenomeno.
Morena P.