L’altra “faccia” dell’infanzia
L’intera immagine ci offre un quadro molto triste e desolante dell’altra “faccia” dell’infanzia in alcuni paesi del mondo, magari del Sud America come in questo caso.
La bambina appare completamente priva di un ulteriore contatto umano; infatti né altri bambini né altri adulti la affiancano nel suo lavoro, a testimonianza della apparente solitudine. Il paesaggio, inoltre, pare rispecchiare questa condizione, apparendo brullo e desolato, tutto occupato dall’immagine potente della bimba e della tinozza.
Il suo sguardo sembra triste e sconfortato, i suoi vestiti modesti. Ciò che maggiormente colpisce è la mancanza d’acqua: né un fiume né una sorgente nelle vicinanze. Ciò lascia pensare che la bimba si sobbarchi anche l’onere di rifornirsi d’acqua per mezzo di pesanti secchi a chissà quanta distanza dal catino.
Il suo viso appare smunto e pare testimoniare una scarsa alimentazione, così come la mancanza di una fonte d’acqua in prossimità lascia presupporre una certa difficoltà a mantenere una corretta igiene personale.
La solitudine della bimba, ancora, induce a pensare che i genitori non si curino non soltanto della sua condizione infantile e della fatica a cui viene sottoposta, ma anche dei pericoli a cui potrebbe andare incontro una bimba lasciata incustodita in un luogo solitario.
L’incuria dei genitori rimanda, pertanto, ad una carenza affettiva ed umana testimoniata proprio dall’assenza di figure affettivamente significative: il suo cuore è solitario come il luogo che la accoglie.
Paola C. e i ragazzi della I A della scuola media statale “Nostra Famiglia” di Bosisio Parini.
Ho applicato alla mia classe, una prima media composta da ragazzi con vari disturbi cognitivi, le “nuove tecniche” apprese nel corso del laboratorio, ho sottoposto l’immagine in questione ai miei studenti chiedendo loro di dirmi le loro impressioni o ciò che la foto suscitava in loro. Mi sono limitata, pertanto, a formalizzare concetti altrui dandogli la forma che più ritenevo opportuna. Ho ricevuto conferma che, nonostante le varie sindromi che li caratterizzano, questi ragazzi sono dotati di una sensibilità superiore alla norma.